29simo giorno. Finisterre.

Prendete una giornata no, una di quelle che iniziano col raffreddore, un pizzico di mal di testa e un pugno di freddo nella stanza priva di riscaldamento. Aggiungete, mescolando, una mancanza di colazione e un buio fitto alla finestra. Ponete il tutto in una teglia bagnata dalla pioggia e sbattetela fuori sotto il diluvio. Potreste anche voi cucinarvi un inizio di pessimo giorno con le vostre mani. Così il mio è iniziato; in piu catapultato in strada in sandali, con tutto ciò che lo zaino conteneva per coprirmi, alle 7.44 del mattino, che in Galizia vuol dire ancora buio. Con molta indecisione  e titubanza imbocco il sentiero, che è sul ciglio della strada, senza nemmeno avere una torcia. Piove, e mi bagno senza pietà fino alla vita. Dopo 2 km un mi appare un bar e senza esitazione, entro. Ho la febbre, il raffreddore e i miei occhiali sono il parabrezza della mini di mr bean. Ordino per inerzia un caffè e inizio a pensare ad un bus. Piove veramente senza sosta. Leggo i commenti lasciati sul blog, soorattutto di mio padre fan sfegatato di questa avventura, e mi emoziono.

Quindi decido , a questo punto,l’unica cosa sensata da fare: prendere un sacco dell’immondizia ed usarlo come impermeabile per le gambe, ovviamente. Il risultato è stata la creazione di unsupereroe paladino sia dell’ANAS che della nettezza urbana. Ma devo dire che ho lanciato la moda, perché altri pellegrini mi hanno imitato. Preso un OKI e cercato un po di coraggio, mi sono avviato, forte. Pioggia e nebbia ovunque, con braccio piegato a mo di visiera ho corso nei paesaggi bianchi che mi circondavano. In 3 ore e 15 minuti ho percorso 20 km di boschi (l’ho scoperto solo stasera), quando ad un certo punto un vento caldo toglie la pioggia e mi riempie i polmoni di salsedine. Ho pensato fosse solo suggestione e quindi ho continuato a tirare dritto per la salita senza illudermi. Dopo 500 m, credo, lo vedo nascosto oltre gli alberi e sotto una nebbia fuggente in lontananza; ma sotto di me: è il mare Oceano, sconfinato, rumoroso, nero e puzzolente. Il sudore mi congela addosso e salgo su delle pietre per godermi lo spettacolo ancora nei brividi. Ci sono riuscito. Ci sono  manca poco. Da li mi hanno atteso altri 12 doloranti chilometri per Finisterre, il punto più ad ovest di tutta Europa. Oltre, il nulla sconfinato fatto di acqua sale e potenti onde. Non so le sensazioni che ho provato quando sono arrivato al faro, erano semplicemente troppe per ricordarle tutte. Mi giro a 360 gradi e mi accorgo che tutto ciò che esiste, stato pensato e realizzato dall’uomo e dalla natura terra, è solo alle mie spalle o alla mia destra o alla mia sinistra. Non oltre. Non avanti. È allora che, nelle lacrime più belle, che mi sono accorto di avercela fatta, di essere arrivato a Finisterre. La fine del mondo. La fin del Camino.

 

Vivo, felice, pieno, Ale

 

 

 

Ho corso fino all’Oceano. E allora mi sono detto, se sono arrivato fin qui, tanto vale girarsi e correre dall’altra parte!

 

Il supere(r)ro(r)e moderno!
Il supere(r)ro(r)e moderno!

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Un commento su “29simo giorno. Finisterre.

  1. Anna, Alessandro, Fausto, Anna, Alessandra il said:

    Finalmente la fine del viaggio..ma l inizio di un altro ” viaggio”!!!
    Saluti: Anna, Fabio e Alessandro

I commenti sono chiusi.